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PIWI, cosa sono?

14 giugno 2021

La parola PIWI potrebbe spaventare i meno esperti, si tratta dell’acronimo della parola tedesca “PilzWiderstandsfähige" ed indica vitigni innovativi resistenti alle malattie fungine.

In termini tecnici, le viti resistenti ai fughi sono state generate originariamente dall’incrocio tra Vitis Vinifera e altre specie del genere Vitis, per ottenere vitigni dalle elevate qualità organolettiche e al contempo con caratteristiche di resistenza a questi patogeni. 

Nati inizialmente in Nord Europa, precisamente in Germania attorno all’800 per contrastare la diffusione della fillossera, arrivano in Italia solo alla fine degli anni Novanta, trovando casa nelle regioni di Trentino, Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, ma anche Lombardia.

 

È importante specificare che questi vitigni non sono ottenuti attraverso manipolazione genetica, quindi non ci troviamo di fronte a delle piante OGM, ma attraverso incroci e selezioni di piante che risultano predisposte a fronteggiare le sfide future dovute al cambiamento climatico e all’insorgenza di patologie fungine. 

La resistenza ottenuta tramite gli incroci permette di azzerare e di limitare i trattamenti in vigna abbassando l’impatto ambientale del sistema, e riducendo in modo importante i costi di gestione. I vitigni PIWI si rivelano dunque sostenibili sia dal punto di vista agronomico che economico.

 

I PIWI sono caratterizzati da nomi esotici, tra i più comuni: Bronner, Solaris, Johanniter.

Vi sono ancora numerosi dubbi e perplessità riguardo questi vitigni e le vendemmie svolte sono ancora poche per poter stabilire con certezza il livello qualitativo dei vini rispetto a quelli ottenuti da vitigni tradizionali.

Ad oggi le migliori espressioni si ottengono con lunghe macerazioni, da vendemmie tardive e affinamenti, per esaltarne il carattere e i profumi. 

 

Dal 2000 è attiva l’associazione PIWI International il cui obiettivo è lo scambio di conoscenze scientifiche e pratiche nel settore dei vitigni resistenti ai funghi a livello nazionale e internazionale. Ad oggi l’associazione conta circa 350 membri. 

 

Le ricerche sui vini prodotti da vitigni PIWI sono ancora poche ma in continuo aggiornamento e si alimentano grazie alle sperimentazioni dei vignaioli più audaci.

 

Per maggiori informazioni: Piwi international

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