Blog
Fillossera

Wine news

Breve storia della Fillossera: come un piccolo insetto ha dato inizio alla viticultura moderna

30 maggio 2022

A partire dalla seconda metà dell’800 e fino agli anni '30 del secolo successivo, un piccolo insetto è sbarcato nel nostro continente, impattando drasticamente sul panorama vitivinicolo europeo: la fillossera.

La fillossera è un parassita originario del continente americano dove, in centinaia di anni di co-evoluzione, ha instaurato una quasi pacifica convivenza con le viti locali. Infatti, i danni che le punture di Fillossera possono portare alle radici della Vite Americana (Vitis Rupestris) sono trascurabili.

Molto più reattive invece le foglie che una volta punte, producono una grande quantità di galle, malformazioni escrescenti di forma sferica all’interno delle quali si sviluppano gli stadi giovanili dell’insetto. Con l’evoluzione dei trasporti marittimi globali, l’intensificarsi del traffico navale tra America e Europa dopo la prima metà dell’800, e la massiva importazione di barbatelle di varietà americane come la Isabella e la Catawba, la fillossera è approdato su suolo europeo.

L’insetto si diffuse poi velocemente in Francia e cominciò la sua opera di devastazione. Inizialmente indenni, i produttori italiani beneficiano per un breve periodo del vantaggio e registrano enormi crescite di produzione ed esportazione. Ma nel 1879 la fillossera fece la sua comparsa anche nei nostri vigneti.

Il primo avvistamento fu nel lodigiano. Come in Francia si perse oltre un milione di ettari di vigneto, che in Italia rappresentavano allora un quarto dell’intera superficie a vite. Purtroppo le radici della Vite Europea (Vitis Vinifera) si sono rivelate molto più sensibili e vulnerabili all’afide.

Le punture della fillossera provocano infatti la formazione di galle e lesioni profonde, che ne compromettono la funzionalità di assorbimento delle sostanze nutritive. L’infezione è inizialmente invisibile e quindi difficilmente intercettabile, ma i danni sono così ingenti che la pianta deperisce e muore in pochi anni. Le foglie della vite europea mostrano invece maggiore resistenza.

Ci vollero oltre 5 anni prima che venisse colta a pieno la biologia del parassita e dunque proposta la soluzione. La soluzione identificata fu quella dell’innesto: le radici delle viti americane, più resistenti, furono innestate alle parti aeree di quelle europee permettono di dare uve adatte alla produzione dei nostri vini.

La nuova viticoltura si basa su piante con piede americano e fusto, foglie e grappoli europei. Nel tempo sono state ricostruite intere regioni con le nuove barbatelle bimembre: migliaia di specie autoctone del mondo antico erano scomparse per sempre e in Europa nasceva la viticoltura moderna.

Lascia un commento