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"Vino dealcolato”: forse non sarà vino, sicuramente è un'opportunità

21 marzo 2023

Lo studio è recente e lo ha condotto Areté, società italiana specializzata nella valutazione delle politiche per il settore agroalimentare, per conto della Commissione europea sul mercato delle bevande “low/no alcohol”. È emerso che il business delle versioni zero-alcol o a basso tasso alcolico ha raggiunto i 7,5 miliardi di euro in Europa e che la Francia guida “clamorosamente” la classifica per nazioni. Potremmo dedurne che per i francesi il vino, con o senz'alcol, è davvero una presenza immancabile a tavola, ma in realtà il nettare di Bacco in modalità analcolica rappresenta ancora una parte marginale all'interno di questo comparto, dove a dominare è la birra analcolica o poco alcolica. Inoltre, sta aumentando notevolmente la parte spirits, con le imitazioni di gin e whiskey.

Ma questo mercato è destinato inevitabilmente a crescere e non a discapito del vino: si tratta, a tutti gli effetti, di un nuovo ambito di consumo, perché il processo di dealcolazione permette di creare una bevanda destinata ad esempio a chi, per motivi religiosi, il vino non lo consumerebbe comunque. O a chi deve starne lontano per ragioni di salute. E ancor di più, a quei giovani che tendono a bere vini sempre più leggeri o a valutarne l'alternativa a zero alcol.

Le posizioni dei produttori e anche di alcuni distributori rispetto a questo prodotto sono di sostanziale chiusura, per ragioni di identità di prodotto e anche di orgoglio professionale, ma c'è anche chi lo considera strategico e già osserva l'aumento degli ordini in atto. Tra questi troviamo Edoardo Freddi, fondatore della agenzia di distribuzione Edoardo Freddi International (33 milioni di bottiglie esportate nel 2022), che lo sta piazzando con successo in Medio Oriente, in Scandinavia e in altre aree del mondo: ha iniziato con un marchio estero (Oddbird) e ora ha è aggiunto un produttore del Friuli.

E afferma: “Non si può dire che sia un'alternativa più economica al vino, perché il prezzo di un dealcolato è superiore a quello del corrispondente vino”.

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