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Vini in fondo al mare

23 ottobre 2020

Il mondo del vino è sempre in fermento, nuove tecnologie e sperimentazioni  a livello produttivo si susseguono di continuo. Una delle novità più recenti è rappresentata dai vini invecchiati in fondo al mare, una sperimentazione nata casualmente, a seguito del ritrovamento nel 2010 di una nave, inabissata nel ‘800, vicino all’arcipelago delle Aaland nel Mar Baltico. 

La nave era diretta verso la Russia e trasportava bottiglie di champagne pregiato destinato alla corte dello zar, il quale, sfortunatamente, non riuscì mai ad assaggiarne il contenuto perché il bastimento affondò prima di arrivare a destinazione.Insieme al relitto vennero ritrovare 168 bottiglie intatte, il cui contenuto, ormai considerato perso, venne sottoposto a numerose analisi: con grande sorpresa, si scoprì che il vino al loro interno si era invece conservato quasi perfettamente. 

Da quel momento sono seguiti studi circa la possibilità dell’affinamento del vino in fondo al mare e l’influenza positiva che tale processo è in grado di apportare alla bevanda.    

 

L’ambiente marino sembra essere particolarmente adatto all’affinamento del vino grazie alla mancanza di luce e, soprattutto, alla presenza di temperature e pressione che si mantengono naturalmente costanti.Si tratta di una metodologia utilizzata principalmente per vini frizzanti e spumanti: le condizioni di pressione presenti sembrano, infatti, favorevoli per il mantenimento dell’equilibrio e della frizzantezza del vino. 

Le bottiglie prescelte da sottoporre all’affinamento “Marino” vengono chiuse grazie a tappi speciali con rivestimenti in ceralacca, gommalacca o acciaio, successivamente riposte in gabbie metalliche e infine portate in profondità, tra i 25 e 60 metri. I tempi di permanenza delle gabbie sui fondali variano da produttore a produttore. 

Il fascino di questi vini risiede anche nelle bottiglie che riemergono dal mare ridisegnate e levigate dalle incrostazioni create dal fondale e dai microrganismi, tratti unici che le rendono vere cimeli da collezione. 

 

Il processo è ancora in fase di sperimentazione sia in Italia che all’estero: essendo una pratica di grande fascino e mistero, sarà oggetto di nuove ricerche e approfondimenti per arrivare alla definizione del perfetto “Vino Marino”.     

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