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Le bottiglie di vino: da contenitori a strumenti di comunicazione

14 aprile 2021

La tecnica di produzione delle bottiglie di vetro viene messa a punto e diffusa intono al 1600, in Inghilterra, per merito di Kenelm Digby; l’uso di bottiglie in vetro come contenitori per il vino è stato rivoluzionario e ha reso più semplice la sua commercializzazione.

Fino ad allora la bevanda veniva trasportata all’interno di piccole botti e, prima ancora, in anfore di terracotta.L’avvento delle bottiglie, non rappresenta solamente un nuovo modo di contenere e trasportare vino, ma anche uno strumento per raccontare storie e tradizioni di popoli e viticoltori.

La storia più nota, legata proprio ad una bottiglia, è quella che narra della rivalità tra i vini di Borgogna e Bordeaux; la bottiglia borgognotta dalle forme più morbide e senza spalla (ovvero la restrizione più o meno accentuata situata in prossimità del collo della bottiglia) parla di vini senza sedimenti, e dunque considerati di maggior pregio rispetto ai vini di bordeaux, costretti in alte bottiglie affusolate e con la spalla, disegnata appositamente per raccogliere i sedimenti prodotti dal vino.

Oggi le bottiglie hanno ancora molto da raccontare; ci parlano di grandi vini, ma soprattutto, sono diventate uno strumento di comunicazione fondamentale per le cantine.Forma e colore della bottiglia, etichette, retroetichette e accessori corollari sono strumenti che permettono ad un brand di essere riconoscibile, senza trascurare la descrizione delle caratteristiche organolettiche del vino, ma valorizzandole o esaltandole.

Il colore delle bottiglie, solitamente verde scuro o marrone, è un elemento essenziale e funzionale, progettato per permettere la miglior conservazione del vino e proteggerlo dalla luce.Alcune cantine, in cerca di una maggiore caratterizzazione o magari per rendere più visibile ed esaltare il colore dei propri vini, hanno scelto di infrangere questo dogma, utilizzando un vetro completamente trasparente.

La forma della bottiglia, studiata per facilitare stoccaggio e trasporto, è stata spesso oggetto di aneddoti storici, finendo con l’essere simbolicamente associate ad alcune culture: è il caso del noto fiasco toscano, protagonista di numerose pellicole cinematografiche.

Altro elemento centrale per la comunicazione del vino è l’etichetta; ne sono stati trovati esempi risalenti all’epoca egizia, sotto forma di iscrizioni apposte sulle anfore per indicare la proprietà del vino, ovviamente del faraone.

Con l’avvento del vetro e della litografia, che ha permesso la stampa in serie di grandi quantità di etichette a partire da un singolo bozzetto, la funzione dell’etichetta ha accresciuto il suo valore. 

Dapprima semplicemente utilizzate per indicare la tipologia di vino contenuto, le etichette assumono rapidamente una veste più grafica ed artistica, grazie anche alla mano creativa di artigiani e pittori.

Evolvono così nel tempo stili e soggetti rappresentati: paesaggi, vitigni, uve, o stemmi di casate e famiglie nobili, fino ad arrivare alle etichette di design dell’epoca moderna.

Ma la bottiglia e il vino continuano a sperimentare nuovi canali di comunicazione e modi per raccontarsi. Dall’abbigliamento (in francese habillage) della bottiglia, ad altri accessori come gabbiette, fogli di carta decorativi, cera lacca, o la confezione stessa dedicata, tutti tratti distintivi e caratteristici del produttore che mirano a rendere la bottiglia, unica, memorabile, ma soprattutto riconoscibile.

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