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È sempre amabile il vino?

29 ottobre 2020

Cercando sul dizionario l’aggettivo "amabile" troviamo i suoi molteplici significati: “garbato, gentile, pieno di cordialità”, come attributi utilizzati solitamente per definire il carattere di una persona. 

Altre connotazioni che assume il termine sono: “che dà piacere, gustoso”, utilizzate per descrivere le pietanze, ma anche il vino, 

L’aggettivo se impiegato in riferimento al vino, non è sempre corretto. A livello organolettico, infatti, il vino può presentare alcuni difetti che dipendono: dalla qualità dell’uva, da errori avvenuti durante il processo di produzione o da una sbagliata conservazione. Un vino che sa di tappo, ad esempio, non può essere definito amabile, lo stesso vale per un vino che presenta forti sentori acetici o di alcol eccessivo. 

Nel “vocabolario enologico” l’accezione amabile ha un significato specifico e molto tecnico: si riferisce alla dolcezza che possiamo percepire assaggiando il vino. Possiamo quindi dire che un vino amabile sia un vino dal sapore dolce, più tecnicamente ci riferiamo a quei vini che hanno un residuo zuccherino compreso tra i 30 e 50 g/l*, una definizione molto specifica che non lascia adito ad interpretazioni.  

Come si ottiene questo quantitativo di zuccheri? 

Con la fermentazione alcolica gli zuccheri presenti nel mosto vengono trasformati in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questa fase, però, non tutti gli zuccheri fermentano o sono fatti fermentare completamente, esistono infatti tecniche di produzione che permettono di influenzare il contenuto zuccherino del vino e, di conseguenza, ottenere un vino più o meno dolce. 

In qualsiasi caso, maggiore sarà il residuo zuccherino finale del vino maggiore sarà la sua dolcezza, ma attenzione solo un vino con un residuo zuccherino tra 30 e 50g/l, si potrà chiamare amabile!   

 

[* Marzi F.M., Romani R., La Degustazione ( 2016), Milano, Associazione Italiana Sommelier Editore ]

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