Blog
Vini rosè

Wine news

Il rosè, croce e delizia dell'estate

17 aprile 2023

Con le prime giornate calde, i consumi di vino si spostano quasi automaticamente sui vini rosati. E mentre le cantine continuano a presentare nuove etichette per intercettare una tendenza considerata vincente, enoteche e ristoranti “spingono” su questo prodotto che nell'immaginario collettivo segna l'inizio della bella stagione.

Anche se, parlando con gli addetti ai lavori, emerge che la domanda non è più ormai collegata soltanto all'estate, alla spiaggia, alle zone di produzione (Puglia e Abruzzo in primis) e al momento dell'aperitivo con il tramonto in corso. Il rosato piace soprattutto tra i giovani, e questo potrebbe costituire un elemento a suo favore perché saranno loro i protagonisti del futuro. E il picco stagionale della distribuzione continua a essere quello compreso tra aprile e settembre: anticipa la stagione e poi la chiude con la bottiglia “del buon ricordo”, nel senso che in alcune piazze è proprio settembre il mese di massimo consumo. Il perché ce lo spiega Marco Nannetti di Enoteca Italiana, punto di riferimento sulla piazza di Bologna per l'offerta di grandi vini: “In quel mese i miei clienti tornano dalle vacanze e comprano i vini che bevevano in ferie, soprattutto quelli del Salento, per ricordare i bei momenti”.

Mediamente, il rosato in Italia rappresenta ancora una nicchia che cresce, soprattutto a livello di bollicine, ma non sfonda. I suoi punti di forza sono al tempo stesso i limiti della categoria. È ideale per l'aperitivo, ma stenta a imporsi come vino di accompagnamento al pasto. Il consumo aumenta d'estate, ma lo fa a discapito di bianchi e rossi. Sconta ancora una storia di posizionamento cheap, nonostante ci siano produttori che hanno creato autentici casi di successo con il rosato e che operano con marginalità più che soddisfacenti (uno su tutti: Calafuria di Tormaresca, Gruppo Antinori).

Gli acquisti da parte dei distributori e della ristorazione sono prudenziali perché, nell'immaginario collettivo, il rosato è un vino da bere in fretta e non si può degustare un'annata che non sia l'ultima. In sostanza, perché il rosato sfondi davvero, occorre superare tanti pregiudizi. La qualità media è molto più alta rispetto al passato, le possibilità di pairing vanno esplorate e il consumatore va conquistato, anche facendo passare il concetto che il rosato può essere un prodotto longevo. Ed è soprattutto una questione di comunicazione.

Lascia un commento