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Perchè il vino sa di tappo?

29 maggio 2020

Il cosiddetto sentore di tappo è uno dei più temuti difetti olfattivi del vino. Ma a cosa è dovuto? 

Lo sgradevole odore che ricorda un ambiente umido o un prodotto stantio e ammuffito colpisce indifferentemente qualsiasi vino, anche i più pregiati. Inizialmente l’origine veniva attribuita al difetto nella chiusura della bottiglia e quindi all’ utilizzo di un tappo inefficiente. La ricerca scientifica ha invece poi identificato la causa principale nell’ Armillaria Mellea il fungo parassita della quercia che si sviluppa nel sughero originando il fastidioso odore di cui è responsabile il composto chimico 2,4,6 - tricloroanisolo – TCA. Negli anni recenti l’odore sgradevole tipico del difetto del tappo è stato anche attribuito ad altri due fughi, il Penicillium e l’Aspergillus, infestanti delle cantine. In tal caso il danno non coinvolgerebbe solo la singola bottiglia, ma l’intero lotto e il danno alla cantina stessa sarebbe quindi di entità maggiore. 

 

Come comportarsi se il vino sa di tappo

Se il vino sa di tappo l’unica soluzione è quella di sostituire la bottiglia. Al ristorante è buona norma che una volta stappata la bottiglia scelta sia il cameriere a mostrare il tappo lasciando la possibilità di verificarne l’odore ai commensali. Ad accertare il difetto evidenziato annusando il vino sarà poi il nostro gusto e in caso affermativo la bottiglia verrà sostituita da una nuova etichetta. Non è sempre certo, ma piuttosto probabile che una bottiglia dello stesso lotto possa presentare il difetto della prima. Non dimentichiamo anche l’importanza di sostituire il calice. Anche nel caso in cui si sia acquistata una bottiglia per il consumo a casa in enoteca online o fisica è bene far notare il difetto e attendere la sostituzione. 

 

Le forme alternative al tappo in sughero

Tappi sintetici

Realizzati con materiali siliconici, si sono diffusi nell’ultimo ventennio e sono apprezzati per la loro sterilità e le capacità, seppure nel breve periodo, di essere anche isolanti. Sono impiegati soprattutto per i vini giovani.  

Tappi in vetro

Accolgono sempre più sostenitori forti delle loro potenzialità: il vetro è il materiale sterile per eccellenza, è riciclabile, non subisce l’azione del tempo, le guarnizioni garantiscono l’ermeticità totale, la stappatura non richiede un’attrezzatura specifica. Il costo legato all’impiego del tappo in vetro mantiene riserve da parte dei produttori che oltre a sostenere il costo dei tappi stessi, al pari dei tappi in sughero naturale di alta gamma, dovrebbero anche dotarsi di bottiglie e tappatori appositi.  

Tappi a vite

Anche detti Stelvin, sono dotati di una capsula esterna in alluminio che trattiene la guarnizione impermeabile ed isolante. La capsula filettata lascia il contenuto completamente al riparo dall’ossigeno. Il risultato è applicato nell’imbottigliamento di vino giovane pronta beva, di vini bianchi freschi e rosati.

Tappi a corona

Brevettati nel 1892 negli Stati Uniti dove sono conosciuti con il nome di “crown cork”, grazie alla loro capacità di resistere alle forti pressioni sono tradizionalmente impiegati per la chiusura di bevande frizzanti. È il modello più economico tra i tappi in commercio e facilmente applicabile sia nella fase di tappatura, sia in quella di apertura della bottiglia. Oggi la tendenza verso i vini naturali ha avvicinato l’utilizzo di questa chiusura per i pet-nat, i vini naturalmente frizzanti. 

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